Un cronista, di quelli che non piacciono perché scavano troppo e che a volte diventano un bersaglio. Fisico. Era successo a Guido Passalacqua, gambizzato a Milano dalla brigata XXVIII marzo delle Brigate Rosse all’inizio di maggio del 1980. Alla fine di quel mese andò molto peggio a Walter Tobagi. I killer si richiamavano al 28 marzo per ricordare i quattro brigatisti uccisi in via Fracchia a Genova. Erano tempi in cui giravano molti nomi: Patrizio Peci, Marco Donat Cattin. C’eranmo giornalisti che pubblicando verbali finivano dritti in carcere. Capitò a una firma del Messaggero. C’erano incontri poco chiari tra Cossiga e Donat Cattin padre. C’era una diffusa ferocia di cui fece le spese anche il povero Guido, che qui voglio ricordare come giornalista intelligente e preciso. Un cronista che come Carlo Rivolta, finito troppo presto in un vortice autodistruttivo, aveva regalato a Repubblica nascente pagine di cronaca dentro quello che succedeva allora.