Informazioni che faticano a trovare spazio

Quando all’Aquila dicono a Mario Dondero di non fotografare…

Ieri sera quasi a mezzanotte, su Raitre, “Macerie”. Di Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti . Una bella occasione per rivedere Mario Dondero, a 82 anni, con la sua macchina fotografica a tracolla (con dentro ancora i rullini…), testimonial del reportage….
Lo sguardo di Dondero per raccontare le vicende umana delle vittime del terremoto d’Abruzzo. “Le macerie dei palazzi possono essere fotografate, spostate o cancellate dai telegiornali, ma le macerie umane di chi ha perso tutto sono quasi incancellabili”, dice una nota del documentario che ricorda anche i precedenti degli autori: “Paolo Serbandini e Giovanna Massimetti hanno lavorato in varie trasmissioni di informazione e di inchiesta della Rai . Paolo e’ un profondo conoscitore della Russia e della sua transizione dal socialismo reale al capitalismo. Uno dei loro lavori piu’ conosciuti e’ 211:Anna sulla giornalista Anna Politkoskoya, uccisa per le sue inchieste sulla ”guerra sporca” in Cecenia”.
Ma è Dondero che tiene banco con la sua voce tranquilla e quasi cantilenante. A un certo punto un volontario della Protezione civile – l’onnipresente creatura di Bertolaso – gli vorrebbe impedire di scattare foto. Il momento riguarda una corsa podistica di solidarietà, accanto alle tendopoli. Dondero inquadra di qua e di là, il guardiano della privacy vorrebbe impedirglielo. Il fotografo ribatte: “Ma io sono un fotoreporter, scatto foto, è quello che ho sempre fatto in vita mia…”. E che continua a fare anche stavolta ripreso dalle telecamere di Serbandini e Massimetti. Bravo Dondero.

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