Mercoledì’ 21 luglio, un’udienza speciale per il processo Podlech. La figlia del desaparecido Omar Venturelli, Maria Paz, sarà sentita in aula. Parlerà e ricorderà di fronte all’uomo che è accusato di averle ucciso il padre facendolo scomparire (Venturelli accanto nella foto) nell’ottobre del 1973. Questa la lettera che Maria Paz ha fatto conoscere in vista di questas importante udienza che si terrà davanti alla I Corte d’Assise del Tribunale di Roma (Piazzale Clodio, Edificio B, primo piano, ore 9,30).
La mattina del 21 luglio sarà il mio turno: siederò e racconterò tutto ciò che ho vissuto e tutto ciò che non so. Alfonso Podlech ascolterà e forse valuterà nella sua mente se ha lavorato bene insieme agli assassini e ai cospiratori suoi collaboratori. Come lui, insieme agli altri, sfruttino ancora adesso il silenzio per continuare la loro opera di repressori e aguzzini. Spero che questo procedimento porterà a me come agli altri familiari degli scomparsi un po’ di giustizia, spero attraverso la mia storia, di collaborare a raggiungere questo traguardo. E’ la storia e il traguardo di tutta la mia vita, non ricordo altro…, non ricordo quando non c’era il golpe, non c’era la persecuzione, non c’era l’esilio, non c’era l’assenza di mio papà, l’ignoto di una famiglia solo immaginata. Che fatica uscire da tutto questo, che fatica ricordare la storia, ricostruire la democrazia, condannare pubblicamente e inesorabilmente i responsabili del sovvertimento del paese…il Cile annaspa, l’opinione pubblica è timida, i poteri vecchi e nuovi si tutelano.
Questo processo è una pagina nuova in tutto questo, è una conquista nella storia dei diritti umani costruita dai testimoni che hanno lavorato per tutto questo.
Sarà per me un giorno un giorno importante il giorno in cui la mia storia non sarà solo mia.
Maria Paz Venturelli