La prima delle due giornate sugli immigrati convocata dall’associazione lalottacontinua nel parco della Casetta Rossa a Garbatella, a Roma, si è conclusa poco prima di mezzanotte ieri con lo spettacolo su Rosarno “Spremutina africana”, straordinaria pièce interattiva col pubblico curata dal francese Olivier Malcor e con la presenza di tre immigrati di Rosarno (come Youssouf e Soma).
Lo spettacolo inizia con un pezzo sul “lavoro” negli agrumeti di Rosarno – lavoro non pagato – e prosegue con scene di ordinario razzismo a Roma, due situazioni su cui il pubblico è chiamato a dire la sua con proposte e interventi direttamente in scena.
Primo problema, che fare quando il proprietario dopo una settimana di lavoro (dalle 7 del mattino alle 17) dichiara di non avere i soldi per pagare i salari.
Nel dibattito durato due ore e mezzo, in precedenza, erano invece intervenuti Monica Maurer per rico9rdare il labvorto del Coordinamento immigrati in Germania negli anni ’70, Soma a nome dei rosarnesi, Bacchu per i bengalesi insieme a Kalu Kalu, Enzino di Calogero ex operaio Fiat di Mirafiori, Tonino Mannello ex baraccato del Quarticciolo.
Monica Maurer, oggi cineasta, ha descritto la trafila degli italianer degli anni ’60 e ’70 che iniziava spesso a Verona dove i vagoni delle Ferrovie venivano instradati per la Baviera, dove gli immigrati venivano accolti con sistemi di valutazione- classificazione altamente lesivi della loro integrità morale>.
Le ha fatto eco Bacchu, leader dell’associazione Dhuumcatu, che ha denunciato il razzismo strisciante degli italiani e il racket dei permessi di soggiorno.
Kalu Kalu ha invece ricordato i suoi due giorni di delirio vissuti su un
gommone rimasto in mezzo al mediterraneo senza benzina.
Enzino Di Calogero infine si è chiesto che razza di paese sia ormai questa Italia che senbra dover subire qualsiasi cosa e ha poi ripercorso la sua storia di emigreante in una famiglia siciliana di emigranti.
Si replica oggi – daqlle 18 in poi – con operai metalmeccanici immigrati di Brescia (il primo sciopero degli immigrati, il 1 marzo scorso), immigrati di Castelvolturno e braccianti indiani dell’agro pontino. Nel corso dell’incontro collegamenti con immigrati “detenuti” nel Cie di Ponte Galeria e denuncia dei sistemi da lager del colonnello Gheddafi. Sarà proiettato il film “Cara” di Dagmawi Ymer.