Informazioni che faticano a trovare spazio

Lucarelli agli studenti di Brescia: sulle stragi allenate la memoria

Da Bresciaoggi dell’11 maggio:

Lucarelli: «Sulle stragi allenate la memoria»

L’INCONTRO. Lo scrittore e autore televisivo ha incontrato al San Barnaba gli studenti bresciani nella giornata dedicata alle vittime del terrorismo

«Su piazza Loggia c’è un processo in corso, cominciate a seguirlo» ha detto ai ragazzi. Perchè «l’oblio si combatte con l’informazione»

  • 11/05/2010
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Lo scrittore Carlo Lucarelli

Brescia. «Se ci sono persone che ancora tacciono la verità sulla strage di piazza Loggia, vuol dire che ci sono cose importanti da sapere, cose che ci riguardano»: lo scrittore Carlo Lucarelli è stato ieri mattina protagonista di un affollato e partecipato incontro al San Barnaba con gli studenti delle scuole cittadine in occasione della Giornata della memoria delle vittime del terrorismo.
C’è gente che vuole «normalizzare» gli anniversari della nostra storia, farli diventare dei gusci vuoti, dei riti abitudinari. «E invece – ha detto Lucarelli – queste ricorrenze devono diventare delle occasioni per accendere degli interruttori che devono rimanere aperti tutti l’anno. C’è ancora un processo in corso: incominciate a seguirlo. Si deve combattere l’oblio con l’informazione, con la scuola e l’attività politica». Con parole semplici e chiare, l’autore di Blue Notte, la trasmissione Rai dedicata ai «Misteri d’Italia» (la puntata su piazza Loggia 1974 è un esempio del giornalismo d’inchiesta) ha parlato della funzione etica e civile della memoria.
La memoria dei cittadini – ha proseguito Lucarelli – è come quella di un computer, che viene rallentata e va in palla quando viene attaccata dai virus. E ci sono dei virus che gli hacker ti spediscono «scientificamente». Se non esiste un esercizio, una continua pratica educativa alla sensibilità, alla consapevolezza, la memoria si raffredda e si spegne. I morti si riducono a numeri, a lontane misure di grandezza (a Brescia 8 , 12 a Milano per piazza Fontana, 80 alla stazione di Bologna, 6 milioni per la Shoah…), diventano anonimi e dimenticabili.
È NECESSARIO pertanto farsi carico, sulla propria pelle, delle tragedie e del dolore della storia, che appartiene a noi e non solo agli altri, perché così diventeremo consapevoli e assetati di verità. Non a caso in Italia le associazioni delle vittime delle stragi, con le loro pressioni istanze e petizioni, hanno strappato sipari che altri avrebbero voluto tenere calati. Come ha scritto Jonathan Lyttell («Le benevole», Einaudi), la strage non è un’erba cattiva spuntata tra due o tre radici, ma da un groviglio di radici marcite sotto la terra senza che nessuno se ne accorgesse.
«La lettura della politica tende a confondere la realtà. Si tende a discriminare i morti di destra e quelli di sinistra. È il caso di ribadire che chi uccide la gente è semplicemente un assassino, che sia di destra o di sinistra», ha sottolineato Lucarelli invitando gli alunni ad approfondire la conoscenza attraverso il racconto, fino a che il racconto non produce un «punto di rottura», ovvero la nascita di un punto di vista.
La strage di piazza Loggia appare oggi come un groviglio impenetrabile e scoraggiante. Rispondendo alle numerose domande degli studenti, lo scrittore bolognese ha ripercorso la vicenda inquadrandola nel suo contesto storico: la strategia della tensione, la guerra fredda, la teoria del «doppio Stato», il tribolato iter processuale, i depistaggi. «Nel giallo classico, solo l’assassino depista. Qui invece hanno concorso a depistare anche gli apparati dello Stato, che quindi hanno condiviso gli interessi degli assassini. È stata stupidità o malafede?».
La verità è complessa e la memoria non è mai neutra, ha ricordato Manlio Milani nell’introduzione. La ricerca di giustizia continua e alla dimenticanza ci si oppone con i fatti. E un fatto è che ieri sera Lucarelli ha dialogato sull’argomento all’auditorium Capretti con Alessandra Galli, magistrato e figlia di Guido, assassinato dalle Brigate Rosse il 19 marzo del 1980.

Nino Dolfo

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