Piccola ma combattiva mobilitazione dei sostenitori del popolo Saharawi oggi di fronte a Montecitorio (le foto sopra di Stefano Montesi). Ai manifestanti, che avevano sullo sfondo il portone chiuso di Montecitorio, non si è avvicinato nessun esponente politico. Sembra che quest’angolo di deserto occupato dal Marocco e contestato dagli abitanti Saharawi non interessi a nessuno. L’associazione Asaps che partecipa all’iniziativa è mobilitata intanto nella raccolta di fondi per fornire cisterne per l’acqua potabile al popolo Saharawi. Per informazioni www.asaps-saharawi.it.
L’occupazione militare marocchina del Sahara occidentale iniziata nel 1975 ha costretto buona parte del popolo Saharawi a ritirarsi in campi profughi nell’Hammada, la parte più inospitale del Sahara. Lo scontro militare è cessato nel 1991, anno in cui le Nazioni Unite riconoscendo al Saharawi il diritto all’autodeterminazione hanno chiesto un referendum di autodeterminazione.
Questo referendum non c’è mai stato, vent’anni dopo le condizioni del popolo Saharawi sono notevolmente peggiorate. Nei campi profughi (sopra due foto) la sopravvivenza è legata solo agli aiuti internazionali.