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Polemica all’Aquila: “Arcivescovo Molinari, non aiutare il prossimo è peccato…”

All’Aquila l’arcivescovo Molinari ha attaccato il popolo delle carriole, mentre il vice Monsignor D’Ercole sta col popolo delle carriole. Qui di seguioo le affermazioni fatte da Molinari a Il Centro e la risposta di uno del popolo delle carriole pubblicata dal blog Stazione Mir.

Il vescovo senza carriola

Se c’era ancora bisogno di conferme sulle divergenze rispetto al popolo delle carriole fra i due vescovi dell’Aquila ecco l’ultima dichiarazione di Molinari raccolta da una agenzia di stampa:

‘Molti partiti cercano di piegare la dottrina sociale della Chiesa al loro punto di vista
e questo non va bene. Lo ha detto l’arcivescovo dell’Aquila,
Giuseppe Molinari, a margine della conferenza di presentazione
di una serie di iniziative culturali promosse dalla Diocesi e
dall’Atam.  Se i cristiani che vogliono seguire questa dottrina
lo facessero con coerenza – ha commentato – allora ci
ritroveremmo tutti d’accordo, purtroppo alle volte ognuno tira
l’acqua al proprio mulino¯.
   Per l’arcivescovo,  è’ importante andare a votare, perchè
non bisogna rinunciare a un diritto negato in altre parti del
mondo¯. E poi una valutazione sul movimento delle carriole:
Vorrei capire un po’ meglio se il popolo delle carriole è fatto da tutti aquilani – ha spiegato – se lo fanno per portare
avanti la causa aquilana o se c’è qualcuno da fuori che si
intromette¯.  Non possiamo illuderci – ha proseguito – di
risolvere il problema delle macerie, certo è che come segno,
come richiamo all’attualità è una cosa buona, ma serve un
appello a tutti gli amministratori e ai politici per cercare di
aggredire il problema¯.

Risposta su Stazione Mir:


LETTERA APERTA AL VESCOVO MOLINARI

31 03 2010

Sua Eccellenza Arcivescovo Molinari,
destano non poco stupore le sue illazioni circa le asserite intenzioni del cosiddetto “popolo delle carriole”. Mi fa piacere ricordarLe quelli che ritengo siano i principi morali cui dovrebbe più spesso ricordare di aderire.
1) dovrebbe essere pastore di anime, e invece a quanto pare preferisce le illazioni. Asserisce infatti, che le carriole nascondano lobby politiche, che intendono tramite esse affermarsi nella cabina di regia della ricostruzione. Le carriole quindi, tutelerebbero nascostamente, interessi privati.
La calunnia, è peccato, Sua Eccellenza.
2) dovrebbe essere dalla parte degli indifesi, dei diseredati, dei senza tetto. Insomma, dalla parte dei deboli. Di quelli che non sono più liberi di essere artefici del proprio destino. Di quelli che contro di loro hanno forze più grandi, e che proprio a quelle forze cercano di far sentire la propria voce. Perché del loro destino, si tratta, e qui si ha il diritto di far sapere come si vorrebbe che quel destino venisse da altri delineato. Delegare ad altri, non significa non osservarne le azioni, né tantomeno non richiamare all’attenzione dei delegati, le priorità che i deleganti percepiscono come primarie.
Oggi gli indifesi non possono contare nemmeno sul suo disinteresse alla loro causa, ma peggio, incassano la sua scomunica.
Non aiutare il prossimo è peccato, Sua Eccellenza.
3) dovrebbe spogliarsi dei propri beni, a vantaggio dei più deboli. Ma in questi mesi, abbiamo osservato la Curia adoperata nell’accrescere i suoi beni materiali, ottenendo che si costruissero strutture pubbliche su terreni di sua proprietà, come la nuova casa dello studente.
Oppure, a parti invertite, abbiamo dovuto vedere la sua Curia far costruire dallo Stato una struttura privata su terreno pubblico di proprietà comunale, pagato anche da suoi devoti fedeli. Struttura anch’essa largamente pagata da denaro pubblico, come la Chiesa-Convento-Mensa di Piazza D’Armi.
Avarizia e Cupidigia sono peccati, Sua Eccellenza.
Dunque, un conto sono le opinioni e le calunnie, un conto sono i fatti.
Le azioni della Curia Aquilana nell’anno trascorso, sono fatti. Ed hanno dimostrato chi, tra noi, ha agito tutelando ed accrescendo i propri interessi privati.
Circa i presunti inconfessabili interessi che Lei, con un processo alle intenzioni, attribuisce ai cittadini aquilani che la domenica prendono in mano una carriola, sono e restano illazioni.
Meglio: sono autentiche calunnie, visto il tono con cui Lei, piuttosto che sollevare dubbi privati, afferma pubbliche certezze denigratorie di un puro ed altissimo senso di cittadinanza attiva che ci ha visti prenderci cura della nostra città ferita.
Per ora, dunque, lascio che a parlare siano i fatti: ce ne sono a sufficienza per farsi un’opinione sulla qualità della Vostra morale pubblica.
Federico D’Orazio
Aquilano munito di carriola,
tutt’altro che pecorella, tutt’altro che smarrito.

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