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“Comando e controllo”. Il documentario che accusa la Protezione Civile proiettato a New York

Dal blog Megamodo riprendo questa segnalazione del documentario sul terremmoto dell’Aquila e sulla Protezione Civile “Comando e controllo” che sarà proiettato oggi a New York.

Comando e controllo, a New York il documentario sul dopoterremoto a L’Aquila

10:12 || 31 marzo, 2010 in Cinema

Verrà presentato a New York il 6 aprile prossimo ‘Comando e Controllo’, un documentario che racconta come si vive in uno Stato di Emergenza. A partire dall’esperienza dell’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile 2009, si analizza l’operato in deroga alle norme vigenti da parte del Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, si racconta la storia del Dipartimento, si mostra come abbia operato sul territorio aquilano. Con un ferreo controllo della stampa, dell’informazione e dei cittadini. Con la costruzione di 4.500 appartamenti ex novo, non per tutti e decontestualizzati dal preesistente tessuto sociale. Con appalti e subappalti in deroga. E’ il capitalismo dei disastri che si fonda sulla definizione dello stato di emergenza.
Comando e Controllo
In Italia, l’emergenza si sta allargando a tutto il normale vivere democratico. E tutto il normale vivere democratico può essere gestito “in deroga”. Il titolo, Comando e Controllo, non è una fantasia dietrologica per gridare al complotto. Deriva dal nome che la Protezione Civile ha dato al suo quartier generale all’Aquila: Di.Coma.C. – Direzione di Comando e Controllo.

Nell’introduzione viene proposto il “film” Miracolo Aquilano. Proviene da un televisore sintonizzato su un canale morto; un televisore che parla a due perfetti spettatori medi della televisione italiana con una voce calda e rassicurante. E parla del miracolo dell’Aquila post terremoto.
Ma la realtà è un’altra cosa. La premessa racconta l’uso della propaganda e del controllo dell’informazione. Poi si procede come per un’inchiesta. Il primo indizio: le rassicurazioni agli aquilani nonostante quattro mesi di sciame sismico. Il secondo indizio: la protezione civile nasce, cresce, si evolve. Il terzo indizio: arrivano i soccorsi, si disgrega il tessuto sociale, si costruiscono le C.A.S.E. Il quarto indizio: lo straordinario potere di chi decreta lo stato d’emergenza. E la santificazione.
Mettere insieme gli indizi, nonostante il risveglio della popolazione aquilana dopo che il Dipartimento della Protezione Civile ha lasciato il territorio, porta a un quadro nazionale di gestione del potere e della cosa pubblica. Un quadro desolante. E senza speranza.
‘Comando e Controllo’ è il nuovo documentario targato iK, prodotto da Fulvio Nebbia e scritto e diretto da Alberto Puliafito, giovane filmmaker torinese, reduce dal documentario ‘Yes we camp’. ” ‘Comando e Controllo’ non è un film che dà speranza. E’ un film che racconta e mette in guardia. E’ un film politico, ed è, decisamente, un film “contro”. Contro un modo di pensare la cosa pubblica, l’emergenza, lo sviluppo sociale, la società tutta. E’ un film contro il neoliberismo e il capitalismo dei disastri. E’ un film che rivendica il diritto di critica. Si basa su una lunga ricerca, su confronto e analisi di testi e leggi, su una quantità enorme di testimonianze, raccolte in oltre 200 ore di materiale filmato. Comando e Controllo è un film cupo, persino quando strappa un sorriso. Perfettamente in linea con i nostri tempi.”, racconta Puliato. E’ un racconto corale, lucido e puntuale, della deriva autoritaria della gestione del potere in Italia attraverso le emergenze e le trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, partendo dalla gestione del dopo terremoto all’Aquila, dalla mancata ricostruzione (a quasi un anno dal sisma) e della costruzione (immediata) da zero delle controverse C.A.S.E. di Berlusconi.
E’ la continuazione ideale di ‘Yes We Camp’, che costituisce il presupposto ideale di Comando e Controllo. Puliafito ha vissuto 8 mesi all’Aquila, prima in tenda e poi ospite di una famiglia aquilana che aveva costruito nel proprio cortile delle case di legno, a stretto contatto con la realtà raccontata. Questo gli permette di offrire un punto di vista unico, ampio e lontano da quello “ufficiale” dei grandi mezzi di comunicazione, in primis la televisione.
L’esperienza aquilana ha permesso di seguire da vicino le vicende del post terremoto, fianco a fianco con la popolazione abruzzese, fino alla nascita del cosiddetto “popolo delle carriole”, che ha riportato l’attenzione sulla mancata ricostruzione reale dell’Aquila a fronte di una lunga e martellante ricostruzione mediatica. A questo si sono affiancati gli sviluppi delle vicende legate al Dipartimento Nazionale della Protezione Civile, dal controllo sull’informazione al tentativo di creazione di Protezione Civile Servizi S.p.A., ambigua creatura di diritto privato che è stata bloccata in seguito agli scandali emersi dalle indagini sul G8 della Maddalena.
Questa però non è una storia che riguarda solo l’Aquila. È la storia di un modello di gestione del potere autoritario, ma dal volto gentile che si sta imponendo in Italia. Un potere che può agire in deroga alle leggi dello Stato per un terremoto così come per il Campionato Mondiale di Nuoto, per le emergenze e per i grandi eventi, dietro ai quali girano una montagna di soldi e interessi. Un potere assoluto, com’è stato definito, che sta rapidamente e silenziosamente erodendo spazi importanti di democrazia.
Nel documentario intervengono, tra gli altri: cittadini aquilani, Angelo Venti (giornalista dell’associazione Libera), Manuele Bonaccorsi (giornalista di Left), Giuseppe Zamberletti (ispiratore della Protezione Civile così com’è nata nel 1992), Enzo Boschi (Presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), Bernardo De Bernardinis (Dipartimento Nazionale di Protezione Civile), Patrizio Losi (volontario di Protezione Civile Lombardia), Raffaele Colapietra (storico aquilano), Anna Pacifica Colasacco (blogger aquilana), Simona Giannangeli (avvocato), Antonio Valentini (avvocato).
La prima proiezione pubblica di Comando e Controllo si terrà a New York il 6 aprile 2010 presso il Global Studies of the Eugene Lang College, The New School of Liberal Arts, Room 501, 66 West 12th Street (btw 5th and 6th Avenue) – nel centro di Manhattan – alle ore 18.00.

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