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Benedetta Tobagi in aula a Brescia: è un processo importante, poca gente lo segue

Da Bresciaoggi del 21.4.2010:

Benedetta Tobagi in aula: «Ci vorrebbe più gente»

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Benedetta Tobagi e Manlio Milani

«Questo processo è molto importante soprattutto dal punto di vista civile. E proprio per questo quest’aula è troppo vuota». È la convinzione di Benedetta Tobagi, presente ieri mattina al processo per la strage di piazza Loggia, ospite tra i banchi occupati dagli avvocati di parte civile che rappresentano i familiari delle vittime, i feriti, il Comune di Brescia, i sindacati e la Presidenza del Consiglio.
Benedetta Tobagi, figlia del giornalista del Corriere della Sera Walter, ucciso il 28 maggio 1980 dalla Brigata XXVIII marzo, un gruppo terrorista di estrema sinistra, conosce da molto tempo Manlio Milani e ieri ha voluto essere presente a una delle udienze di questo processo lungo, impegnativo, in cui i giudici si trovano a decidere la sorte di cinque imputati a quasi trentasei anni di distanza dalla strage.
«È UN FATTO importante che a tutti questi anni di distanza – commenta Benedetta Tobagi – sia ancora in corso un processo di strage. Un processo come questo è molto importante per persone come me che si occupano di ricerche storiche, ma la valenza di un processo come questo sta soprattutto nel suo valore civile». Proprio per l’importanza del processo Bendetta Tobagi, giornalista del Corriere della Sera e autrice del libro «Come mi batte forte il tuo cuore» in cui ricostruisce la vicenda del padre e della sua famiglia, è parsa molto dispiaciuta della scarsa partecipazione di pubblico al processo. Ieri ad assistere all’udienza, come capita quasi sempre, non c’erano più di dieci persone tra il pubblico. Una partecipazione scarsa che ha decisamente colpito Benedetta Tobagi.
«Mi spiace vedere così poca gente in aula – è la conclusione di Benedetta Tobagi – e ho il timore che anche questo processo possa limitarsi solo a una ricostruzione storica, senza arrivare a una verità giudiziaria». Quella stessa verità che attendono anche i bresciani, anche se l’aula delle udienza continua a non essere meta di interesse per i cittadini bresciani.

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