Informazioni che faticano a trovare spazio

Ai tiratori scelti di questa mattina a Porta San Paolo

Non è possibile vedere sempre la stessa scena: la bandiera della Brigata ebraica scambiata per quella di Israele, è uguale certamente ma è nata prima di Israele medesimo ed è nata come la bandiera di combattimento di cinquemila ebrei coraggiosi che si sono battuti contro i tedeschi liberando l’Italia. Erano gli ebrei che nessuno voleva tra i piedi: si erano riuniti ad Alessandria d’Egitto, da lì erano riusciti ad arrivare a Taranto e lì superando le contrarietà di Alexander si erano fatti inserire nell’VIII Armata con cui risalirono l’Italia sul lato Adriatico andando quasi sempre all’assalto di tedeschi con la sola baionetta…
Ecco non è possibile continuare a sentire, con ignoranza grave, ripetere gli stessi slogan di altri anni contro la Brigata ebraica.
E fin qui è ignoranza.
Dopodiché non è possibile veder lanciare contro Massimo Rendina che ha 90 anni e la colpa di aver “liberato” Torino un candelotto fumogeno in fiamme che gli è passato a dieci centimetri dalla testa.
Di che cosa era colpevole Massimo Rendina?
Di aver ospitato sul palco Renata Polverini, presidente della Regione Lazio?
Chi voleva contestare la Polverini ha trovato il modo di impedire prima a Rendina di parlare, poi quando il microfono è stato preso in mano da Zingaretti ha pensato bene di colpire Zingaretti col lancio di un limone in testa e di mirare pure alla testa di Massimo Rendina con un candelotto fumogeno incandescente da stadio.
Dopodiché, da vigliacchi, questi tiratori dicevano che non era neanche vero e che la provocazione l’aveva fatta la Polverini…
Che pena tutto ciò. Una sinistra che non sa come esprimersi e che se si esprime se la prende anche con un uomo come Rendina. Questo resta il fatto. Massimo è un uomo coriaceo, non si farà avvilire da questa roba, però è stata una vergogna stamani vederlo accasciarsi su una sedia.
Di chi è il 25 aprile, verrebbe da chiedersi. Non di Massimo Rendina, a quanto pare. La sua colpa era di stare su un palco con la Polverini, a quanto pare. Chi gli ha tirato addosso non ha sbagliato mira, voleva colpire il presidente dei partigiani dell’Anpi per quella vicinanza di palco. Per fortuna non l’ha colpito.
Una vera mostruosità.
E’ andata meglio ad Armando Cossutta, riferimento politico di parte dei “tiratori” di questa mattina, quando il 24 marzo si è ritrovato a sedere accanto alla Polverini alle Fosse Ardeatines. Cossutta non ha mosso ciglio. Per sua fortuna in quel posto non c’erano i suoi simpatizzanti. Chissà se avrebbero avuto il coraggio di tirargli qualcosa in testa?
In quell’occasione è andata bene anche ad Andrea Catarci, che sedeva accanto alla Polverini sull’altro lato: quelli di Sinistra e libertà non gli hanno tirato niente addosso.
A Massimo Rendina un grande abbraccio.
Paolo Brogi

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