Vendola non ha commesso reati. La Procura chiede l’archiviazione
di Ivan Cimmarustitutti gli articoli dell’autore Nichi Vendola non ha compiuto reati. Questo ipotizza la Procura della Repubblica di Bari che mercoledì scorso ha chiesto al gip del Tribunale di Bari di archiviare la posizione del presidente uscente della Giunta e candidato alle elezioni regionali che si stanno svolgendo in queste ore. Vendola era stato iscritto nel registro degli indagati con l’ipotesi di concussione, in riferimento a presunte pressioni fatte per far nominare primario dell’ospedale ecclesiastico Miulli di Acquaviva delle Fonti, in provincia di Bari, il professor Giancarlo Logroscino.
Secondo indiscrezioni che trapelano dal palagiustizia di Bari, le ipotesi di reato formulate in un primo momento dal sostituto procuratore Desirèe Digeronimo non hanno trovato fondamento probatorio. Al pm, il procuratore capo Antonio Laudati affiancò i sostituti Francesco Bretone e Marcello Quercia, per rafforzare le indagini. Furono proprio i pm Bretone e Quercia, dopo aver letto l’incartamento giudiziario, a propendere per l’archiviazione per Vendola. Di parere opposto la Digeronimo. La parola finale, però, è stata dal procuratore capo Laudati, che mercoledì ha sottoscritto la richiesta al gip di archiviare la posizione di Vendola.
L’indagine è quella in cui risulta indagato anche l’ex assessore alla Sanità e attuale senatore del Pd, Alberto Tedesco, oltre a funzionari e dirigenti Asl, e imprenditori nel settore sanitario e nello smaltimento di rifiuti ospedalieri. Nei loro confronti sono ipotizzati i reati di associazione per delinquere, corruzione, falso, truffa, abuso d’ufficio, voto di scambio, illecito finanziamento ai partiti e, solo per alcune posizioni e per alcuni reati, il favoreggiamento ad un’associazione di tipo mafioso. Fonti investigative spiegano che sarebbe proprio la posizione di Tedesco (i cui figli Giuseppe e Carlo sono titolari di aziende sanitarie) ad essere al centro di più incisivi accertamenti. Secondo la Procura, infatti, Tedesco, quando era assessore alla Sanità, avrebbe agevolato alcune società nel settore sanitario nell’aggiudicazione di ricchi appalti con Asl e ospedali pubblici pugliesi. Fu lo stesso Sandro Frisullo, ex vice presidente di Giunta, a spiegare, nel corso dell’interrogatorio di gennaio scorso, che “ricordo che ci fu una discussione politica in Consiglio regionale in ragione dell’asserito conflitto di interessi in cui versava l’assessore Alberto Tedesco e, di seguito, si parlò informalmente di un cambiamento di delega a Tedesco, io stesso suggerii a Tedesco questa soluzione, ma non se ne fece nulla, ritenendo che non fossero ragioni di incompatibilità tra gli interessi di Tedesco e il suo ruolo di assessore”.
da l’Unità del 28.3.2010