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Tortura? Solo se usi le pinze due volte di seguito…

Una lettera del padre di Carlo Giuliani dopo la sentenza su Bolzaneto. Scrive Giuliano Giuliani:

Ma allora a Bolzaneto ci fu tortura? Certo che sì, ma in Italia non c’è una
legge sulla tortura. Quella macchietta del leghista Castelli, quando era, si fa
per dire, ministro della giustizia, ne propose una che prevedeva il reato solo
in caso di reiterazione: cioè, se usi una volta le pinze, un’altra l’
elettricità, un’altra ancora l’imbuto, non è tortura; se invece sei privo di
fantasia, e le pinze le usi due volte, cioè reiteri, allora incorri nel reato.
La macchietta per fortuna non fu ascoltata, ma comunque il reato non è ancora
previsto in Italia, unico fra i paesi cosiddetti civili (ma l’Italia ne fa
ancora parte?). E allora a Bolzaneto si è potuto parlare di abuso, falso
ideologico, maltrattamenti: reati che comportano pene di durata certamente
inferiore a quella prevedibile per la tortura, e quindi soggetti alla
prescrizione, i cui tempi sono stati ridotti con una delle tante leggi ad
personas prodotte per salvare i delinquenti di pregio.
Quindi reati prescritti. Ma come nel caso Mills, con buona pace di Minzolini,
il reato c’è stato e la condanna, civile, anche, tanto che i 44 imputati, gran
parte dei quali erano invece stati assolti in primo grado, dovranno risarcire
le parti offese, cioè decine di ragazze e ragazzi costretti a subire
maltrattamenti disumani e vergognosi nella caserma lager. Quanto al
risarcimento, per gli incapienti (solo per loro?) subentreranno i ministeri
competenti, cioè noi che paghiamo le tasse. Ma questo, che succede normalmente
in questo povero paese, è perfino secondario rispetto al valore della sentenza,
che è stata, è il caso di ripeterlo alzando la voce, di condanna per tutti gli
indagati.
Adesso aspettiamo l’altra importantissima sentenza di appello, quella relativa
alla macelleria messicana della scuola Diaz e agli imbrogli e alla
falsificazione delle prove che hanno visto protagonisti tutti i più alti
vertici della polizia. E’ attesa per aprile.
Più avanti nel tempo, si attende anche il definitivo pronunciamento della
Grande Chambre di Strasburgo sul ricorso che la famiglia ha presentato rispetto
alle circostanze nelle quali si è verificato l’omicidio di Carlo Giuliani. La
sentenza della prima Corte, che pure ha accolto il ricorso circa il mancato
espletamento da parte del governo italiano di tutte le procedure che avrebbero
potuto portare all’accertamento della verità, aveva invece respinto quello
relativo all’uso di armi letali nel corso di manifestazioni e al mancato
riconoscimento delle responsabilità che sono state all’origine dei tragici
avvenimenti del 20 luglio 2001.

Giuliano Giuliani

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