Informazioni che faticano a trovare spazio

Tor de Cenci, il nuovo sgombero. A Roma sarebbe stato annunciato, non più di 6000 rom

Da EveryOne apprendiamo:

I portavoce Rom di  Tor de’ Cenci sono stati convocati dalle autorità del comune di Roma. Quando si parla di “portavoce”, bisogna considerare che si tratta di persone vulnerabili, minacciate di sgombero come tutte le altre, terrorizzate di fronte alle autorità e spesso disposte a firmare qualsiasi accordo pur di evitare la tragedia di un’evacuazione senza alternative.

I rappresentanti di Istituzioni e autorità di sicurezza hanno confermato che chiuderanno il campo. Secondo quanto riferisce un attivista  è stato chiesto ai portavoce di convincere le famiglie “a tutti i costi”.
“Intanto,” avrebbero aggiunto le figure istituzionali, “faremo lavorare la vostra cooperativa e la vostra associazione alla gestione di  Tor de’ Cenci finché non lo chiudiamo”. Lunedì 15 marzo inizieranno le operazioni di fotosegnalamento della polizia.
Alle famiglie di  Tor de’ Cenci è stato chiesto entro il 19 un elenco di 600 persone che saranno trasferite nei campi-ghetto, mentre le restanti 400 saranno rimpatriate a spese del comune (rimpatriate dove, visto che nessuna condizione di sopravvivenza li attende nei Paesi da cui fuggirono, spesso anni fa, cercando rifugio in Italia). Le autorità hanno spiegato che nel  XII municipio ci devono essere massimo 600 Rom, che per 10 municipi fa 6000 Rom: il numero massimo che la giunta Alemanno ha deciso di “accogliere” nella Roma Capitale. Questo “numero chiuso” si pone quale violazione delle norme internazionali che proteggono individui e popoli, mentre l’espulsione di circa 3/4 mila Rom rientra nel crimine contro l’umanità che si chiama “espulsione di massa”. Sempre violando gli accordi internazionali, le Istituzioni escludono la presenza delle associazioni e degli operatori umanitari dalle fasi attuative di ogni politica anti-Rom. “Ritornati al campo,” scrive l’attivista “i Rom hanno chiesto aiuto, sollecitano la presenza delle associazioni, dei giornalisti e soprattutto di avvocati che li garantiscano da eventuali – e annunciate – procedure sommarie”.
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