Il fratello del Papa sulla vicenda di abusi sugli ex ragazzi del Coro dei Passeri
“Avevo saputo che il rettore del convitto li picchiava sistematicamente”
Ratisbona, padre Ratzinger si scusa
“Anch’io talvolta li ho picchiati”
dal nostro corrispondente ANDREA TARQUINI
Ratisbona, padre Ratzinger si scusa “Anch’io talvolta li ho picchiati”
Padre Georg Ratzinger
BERLINO – Padre Georg Ratzinger, il fratello maggiore di Papa Benedetto XVI, si è scusato con gli ex ragazzi del Coro dei Passeri del Duomo di Ratisbona per le percosse e gli abusi subìti in passato. E rivela due fatti per la prima volta: che egli stesso qualche volta ha dato ceffoni ai bimbi del Coro. E che dai suoi piccoli coristi aveva saputo che il rettore dell’Internat, il convitto in cui i ragazzi vivevano, li picchiava sistematicamente, con durezza e spesso persino senza alcun motivo che potesse spingerlo a decidere una punizione.
Il fratello del Pontefice ha fornito queste rivelazioni un una lunga intervista uscita stamane sulla Passauer Neue Presse, il quotidiano conservatore e cattolico bavarese, molto vicino alla Chiesa e alla Csu (Unione cristiano-sociale, il partito cattolico-arciconservatore al potere in Baviera). Le sue risposte offrono nuovi, pesanti dettagli sul clima di violenza e paura nelle istituzioni cattoliche, e inaspriscono di fatto il clima, a pochi giorni dall’incontro in Vaticano tra il Papa e il presidente della Conferenza episcopale tedesca, monsignor Robert Zollitsch.
“Io ero felice a ogni prova del Coro”, racconta padre Georg Ratzinger, “ma devo ammettere che spesso diventavo depresso, perché non raggiungevamo i risultati che volevo. E all’inizio io ho spesso distribuito schiaffi, anche se poi mi rimordeva la coscienza per averlo fatto”. Egli aggiunge di non aver mai picchiato nessun ragazzo fino a procurargli lividi o lesioni.
Sempre nell’intervista alla Passauer Neue Presse, egli racconta che quando il Coro era in viaggi per concerti fuori sede, “i ragazzi mi hanno raccontato cosa succedeva al convitto”. E quindi egli sapeva, come ammette, che il rettore, indicato in nome della privacy solo con l’iniziale M., “dava schiaffi molto violenti e anche che lo faceva per motivi molto futili”. Ma il convitto era un’istituzione indipendente, quindi egli, come maestro del Coro, non aveva l’autorità di denunciarlo. E comunque non seppe mai di abusi sessuali, quindi di abusi sessuali non si parlò mai. In ogni caso “io fui molto felice, mi sentii sollevato quando nel 1980 furono vietate le punizioni corporali”. “Anch’io, da piccolo, presi dei ceffoni”, egli nota.
La situazione per la Chiesa cattolica si fa dunque sempre più difficile nel paese del Papa. Ieri la ministro della Giustizia tedesca, Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ribadendo la richiesta di una urgente Tavola rotonda tra governo, istituzioni scolastiche e chiese sul problema di abusi sessuali e violenze, ha accusato il Vaticano di aver a lungo coperto i casi con un muro di silenzio. Un muro, ha sottolineato, che veniva da una direttiva emanata dalla Congregazione della dottrina della fede nel 2001, quando cioè la dirigeva l’allora cardinale Joseph Ratzinger.
La Repubblica online