Informazioni che faticano a trovare spazio

Mokbel e Alemanno. Un articolo di Repubblica

“Il sindaco spieghi i suoi rapporti con Mokbel”

Diventa un caso la cricca che ruotava attorno al faccendiere Gennaro Mokbel e all’ex senatore Nicola Di Girolamo. Il Pd all’attacco sul giornale l’Italiano fondato anche da Stefano Andrini, l’ex ad di Ama Servizi, amico di Alemanno. Il Pdl replica: solo sciacallaggio

di Giovanna Vitale


Riprendo da “Repubblica” questo articolo su Mokbel e il giornale l’Italiano, Andrini e Alemanno. Scrive dunque Giovanna Vitale:

Esiste un indirizzo – via Cornelio Magni 41/C – in grado di svelare il fitto intreccio di relazioni, connivenze e coperture politiche di cui godeva la banda Mokbel, l´imprenditore romano considerato il padre-padrone dell´ormai ex senatore Nicola Di Girolamo finito nell´inchiesta sulla “truffa colossale” che ha spedito in carcere 56 persone con l´accusa di riciclaggio e maxi-frode fiscale. È lì, a due passi dalla Garbatella, che ha sede legale la “Cooperativa editoriale L´Italiano”, costituita il 1° febbraio 2007 da «un gruppo di amici» per sancire la nascita di un quotidiano destinato «all´informazione degli italiani nel mondo». Nato «quasi per gioco» nell´ottobre 2006 – come si legge sul sito web www.litaliano.it – viene stampato a Roma in un migliaio di copie distribuite solo a indirizzi istituzionali e ha pure due edizioni estere teletrasmesse (Argentina e Balcani). Ma chi c´era, in quel febbraio di tre anni fa, nello studio del notaio Paola Cardelli per la sottoscrizione della cooperativa?

I MAGNIFICI QUATTRO I sei fondatori de “L´Italiano” sono: Gian Luigi Ferretti, Marco Zacchera, Stefano Andrini, Alessandro William Amorese, Gabriele Natalizia e Dario Rivolta. A parte gli ultimi due, gli altri risultano tutti in qualche modo implicati nell´affaire Di Girolamo. Legati a filo doppio ad An. Gian Luigi Ferretti: già segretario dell´ex ministro per gli Italiani nel mondo Mirko Tremaglia, è l´uomo che secondo i magistrati «si presta a “lavorare” per Di Girolamo» individuando «Bruxelles come città dove organizzare la finta residenza all´estero» dell´allora aspirante senatore. Marco Zacchera: deputato finiano, ex ufficiale dei carabinieri e sindaco di Verbania, era il delegato che nella primavera 2008 sedeva per An al tavolo delle trattative per l´estero. Fu lui a candidare Di Girolamo. Stefano Andrini: nonostante il suo passato neofascista (una condanna a 4 anni e mezzo per tentato omicidio e l´arresto per l´assalto a un concerto antirazzista alla Sapienza), alle Politiche fu candidato senza successo alla Camera per l´Aise, legata al centrodestra, nella circoscrizione dell´America Latina. Un anno fa è stato assunto dal sindaco Alemanno come ad di Ama Servizi, da cui si è dimesso la settimana scorsa. Nello scacchiere di Mokbel, Andrini è figura chiave: secondo il gip Aldo Morgigni, l´ex manager «si attivò» per far ottenere al futuro senatore la finta residenza in Belgio. William Alessandro Amorese: classe ‘72, militante della destra sociale, nel 2008 fu nominato legale rappresentante dell´Aise, la lista di Andrini, per la quale poi chiese il contributo dello Stato per le spese elettorali: 75mila euro l´anno dal 2008 al 2012.

LA CAMPAGNA DE “L´ITALIANO” Sono dunque gli editori de “L´Italiano” i motori dell´elezione di Di Girolamo. Scrive il gip: «Non ci sono dubbi su chi diriga le operazioni inerenti la candidatura (…) Tutto il gruppo di Mokbel è impegnato a rendere possibile quella candidatura». Non solo dal punto di vista logistico: a orchestrarne la campagna elettorale ci pensa il quotidiano. Basta sfogliarlo: il 6 marzo 2008, in un´intervista a tutta pagina, Di Girolamo annuncia «un monitoraggio completo di tutti i connazionali nelle prigioni estere»; il 12 marzo dichiara, come riportato dal titolo: «Ho risposto alla chiamata di Gianfranco Fini»; il 26 marzo, in copertina, il giornale strilla: «Quali sono le liste e quali i candidati che voteremo», corredando l´articolo con foto di Di Girolamo (Pdl), Fabrizio Carbone (La Destra) e Stefano Andrini (Aise). Collaboratore assiduo del quotidiano, sul quale firma diversi interventi, il sindaco Gianni Alemanno.

LAPSUS, BUGIE E DIMENTICANZE Che il legame fra gli editori de “L´Italiano” e l´ex senatore arrestato sia davvero stretto lo dimostra un´altra circostanza. A raccontarla, sul portale “Italia chiama Italia”, Francesco Paolo Catania, presidente dell´associazione per gli italiani all´estero “L´altra Sicilia”: «Tra Ferretti e Di Girolamo c´è più che un´amicizia. Infatti i due sono soci della cooperativa cui è intestata una pubblicazione diretta dallo stesso Ferretti. Di Girolamo è entrato poco prima delle elezioni, sborsando un ben po´ di soldi. Addirittura in quel periodo, quando abbiamo chiesto conferma a persone vicine allo stesso Di Girolamo, ci avevano risposto: “Quel giornale? È di Di Girolamo, se l´è comprato”». Tra l´altro, nella risposta che Ferretti dà a Catania sullo stesso portale, l´ex senatore viene descritto come un suo «amico», appunto. L´esatto contrario di quanto dichiarato ai giudici. Ecco perché anche l´altro socio, l´onorevole Zacchera, appare poco credibile quando afferma: «Qualcuno mi indicò Di Girolamo, ma francamente non ricordo chi». In quel periodo, infatti, due dei suoi sodali, Ferretti e Andrini, si stavano adoperando per organizzare la candidatura di Di Girolamo.
TUTTE LE STRADE PORTANO IN CAMPIDOGLIO Tutte le strade percorse da “L´Italiano” passano per il Campidoglio. Oltre a scrivere assiduamente sul giornale, Alemanno ha una lunga consuetudine con il deputato e vecchio militante del Msi Marco Zacchera. Come dimostra la foto pubblicata il 24 aprile 2008 sulla prima pagina, che li ritrae insieme sul Monte Rosa, accanto all´alpinista Da Polenza. Ma pure Ferretti e Andrini sono riconducibili al sindaco di Roma. Del secondo abbiamo già detto. Ferretti, invece, iscritto al Msi fin dal 1960, nell´ottobre 2001 viene nominato da Alemanno, allora ministro delle Politiche agricole, presidente della “giunta esecutiva del Comitato nazionale italiano per il collegamento tra il Governo e l´Onu per l´alimentazione e l´agricoltura”. Ancora. Direttore responsabile dei primi numeri de “L´Italiano” è Salvatore Santangelo, capo del centro Studi della Fondazione alemanniana Nuova Italia. Mentre tra i redattori appaiono, fino a metà 2008, due ragazzi che poi Alemanno prenderà con sé in Campidoglio: Daniele Petraroli, oggi capo ufficio stampa dell´Ama, e Federica Frangi, piazzata invece nell´ufficio stampa del Comune.

da “Repubblica” del 6.3.010
 

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