Dall’associazione Dhuumcatu ricevo questo comunicato sull’orto comunitario di Tor Cervara che ora è minacciato di chiusura:
Negli ultimi anni, si sono moltiplicate nei contesti metropolitani contemporanei, esperienze aggregative e sociali legate ai cosiddetti orti urbani e all’agrocivisimo. Terreni in disuso possono trovare un utilizzo attraverso l’avvio di progetti di agricoltura urbana, che varia dall’autoproduzione di derrate alimentari, all’allevamento di animali da cortile, all’educazione ambientale, all’ortoterapia e al recupero delle aree marginali del tessuto urbano.
In un quadro di sperimentazione di nuove forme auto-organizzate di contrasto alla crisi economica, dal Febbraio 2009 dieci persone, immigrati e italiani, hanno dato l’avvio in via di Tor Cervara n. 200 a Roma all’autoproduzione di derrate alimentari e all’allevamento di animali da cortile (oltre 300, tra polli, conigli, anatre, pecore), che garantiscono la sopravvivenza con la produzione di prodotti freschi degli avicoli dalle numerose proprietà nutrizionali.
Un modello di gestione comunitaria dello spazio urbano, che ha creato posti di lavoro per una decina di famiglie che versano in stato di indigenza.
L’area interessata dalle attività auto-produttive è stata oggetto di pulitura, bonifica e aratura ed è prossima alla semina. Ciascun lotto verrà coltivato esclusivamente con tecniche di agricoltura biologica, organica, biodinamica permacoltura e lotta integrata. Verranno coltivati prodotti locali, esclusivamente di stagione. Per la sostenibilità economica dell’orto urbano, infatti, condizione ottimale è quella di avere i prodotti alimentari freschi pronti durante tutto l’arco dell’anno.
Sono state costruite 5 recinzioni, che contengono gli animali da cortile, cibati esclusivamente con scarti verdi. L’allevamento avicolo di diverse centinaia di aminali, ovvero di galline ovaiole, di polli da carne e di anatre, permette a una decina di famiglie di soddisfare le esigenze di sussistenza primaria.
Questo progetto oramai avviato rischia però di bloccarsi. Il primo tentativo di sgombero, di un’area privata rimasta in disuso per decine di anni, è datato 2 Febbraio 2010. Dopo il tentativo di sgombero e il presidio del 9 Febbraio presso la Regione Lazio, diverse amministrazioni locali sono intervenute in difesa dei posti di lavoro e direttamente in questa vertenza (On. Gianluca Peciola, Provincia di Roma, On. Alessandra Tibaldi, Assessore al Lavoro, Pari Opportunità e Politiche Giovanili, Regione Lazio, On. Luigi Nieri, Assessore al Bilancio della Regione Lazio).
L’Assessorato al Lavoro, Pari opportunità e Politiche giovanili, ha emesso in data 12\02\2010 un comunicato in cui l’On. Tibaldi “Auspico che le autorità competenti, nell’applicare la normativa vigente, tengano conto della situazione precaria in cui versano le 15 famiglie che occupano un terreno disuso un terreno che i lavoratori, italiani e stranieri, hanno bonificato e da circa un anno stanno utilizzando per uso agricolo, di coltivazione e allevamento”.
Circa lo stato della vertenza, è stata inviata in data 22 Febbraio 2010 una richiesta al Presidente del Municipio V di convocazione di un tavolo congiunto per discutere della destinazione del terreno di via di Tor Cervara ed individuare soluzioni che diano la possibilità di sopravvivere a queste persone. Ad oggi, nonostante l’impegno assunto pubblicamente dall’On. Caradonna sul quotidiano Terra il 4 marzo 2010, non è stato ancora convocato alcun tavolo di discussione.
E’ importante dunque l’impegno delle diverse organizzazioni e delle forze politiche nel sostenere questa vertenza, sollecitando le diverse amministrazioni coinvolte (Municipio V, Comune di Roma, Provincia di Roma, Assessorato al Lavoro e al Bilancio della Regione Lazio, Prefettura e Questura di Roma) ad impegnarsi per la destinazione del terreno e individuare un soluzione che garantisca i posti di lavoro.