Intanto su Facebook si è formato un gruppo di protesta: Protestiamo per l’arresto del regista Jafar Panahi a Teheran. In poche ore ha già raggiunto 4112 adesioni (ore 17,30 di oggi).
La lettera è rivolta al Presidente Napolitano e al ministro degli esteri Frattini. Dice:
Signor Presidente,
Signor Ministro,
con la presente inoltriamo formale richiesta per sollecitare il Vostro immediato impegno nella protesta da inoltrare presso le autorità della Repubblica Islamica d’Iran, contro la gravissima violazione dei diritti umani e della libertà di espressione commessa dalle autorità di quel Paese, arrestando la sera del 1° marzo 2010 presso la sua abitazione di Teheran il regista cinematografico Jafar Panahi insieme a sua moglie, sua figlia e altri presenti in quel momento nell’abitazione (tra cui i registi Mohammad Rasulov, Mahnaz Mohammadi, Rokhsareh Ghaem-Maghami e il cineoperatore Ebrahim Ghafari). Al regista sarà in questo modo impedito di proseguire le riprese di un film documentario sulle attuali proteste popolari in corso in Iran nei confronti delle autorità governative.
La gravità simbolica dell’atto, che colpisce uno dei più importanti, premiati e autorevoli cineasti iraniani come monito intimidatorio affinché nessuno – men che mai un artista -, documenti la feroce repressione in corso nel paese, è l’ennesimo episodio di disprezzo delle Convenzioni Internazionali per i Diritti dell’Uomo, peraltro sottoscritte anche dall’Iran, a cui sentiamo di doverci opporre come cittadini italiani, europei, e cittadini del mondo e parti in causa della società civile.
Chiediamo pertanto che il nostro appello sia parimenti promosso presso le sedi dell’Unione Europea e dell’ONU, affinché sostengano la protesta contro le autorità iraniane per questo deprecabile atto.