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Cinque anni fa moriva a Bagdad Nicola Calipari

Cinque anni fa fu ucciso in Iraq Nicola Calipari. Morì facendo scudo a Giuliana Sgrena.  Un omicidioo “americano”, per punire gli italiani. Lo ricordo nella sua stanza in Questura, all’anticrimine, sempre attento alle nuove emergenze criminali. A sua moglie Rosa Villecco, parlamentare oggi Pd, un abbraccio.

Era la sera del 4 marzo 2005 e un’auto dei servizi segreti italiani con a bordo Giuliana Sgrena e Nicola Calipari sta dirigendosi verso l’aeroporto di Bagdad. C’è da superare un ulktimo posto di blocco  statunitense. La giornalista era stata appena rilasciata dai rapitori, a conclusione di una lunga trattativa condotta in prima persona dal Calipari (che aveva appena comunicato telefonicamente a Palazzo Chigi il felice esito dell’operazione e ne aveva informato anche l’ambasciata). La strada su cui si trovavano, la Route Irish, era presidiata a causa delle frequenti azioni ostili nella zona (135 da novembre a marzo, per la maggior parte fra le 19 e le 21, l’ora in cui transitava l’auto del SISMI), ma soprattutto per il previsto passaggio del governatore di Bagdad. Questo è statyo detto a spiegazioone del mitragliamrento che seguì.
All’approssimarsi del veicolo alla zona vigilata, lo stesso fu oggetto di numerosi colpi d’arma da fuoco; Calipari si protese per fare scudo col suo corpo alla giornalista e rimase ucciso da una pallottola che lo colpì alla testa. Anche la giornalista e l’autista del mezzo rimasero feriti.
A sparare è stato il militare statunitense Mario Lozano (New York, Bronx, nato nel 19069), era addetto alla mitragliatrice al posto di blocco. LOzano era della 42a divisione della New York Army National Guard. Si è sospettato che anche altri soldati possano aver sparato.
Non c’è stato processo regolare poi.  Gli Stati Uniti non hanno collaborato con la magistratura italiana. In punizione.

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