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Chiamparino, a Torino iscriviamo a scuola anche i figli dei clandestini. E non denunceremo i genitori

Da La Repubblica – Torino:
Figli dei clandestini, il sindaco resiste. “Bimbi alle materne, andiamo avanti”

“Rispetto la Cassazione, ma negli asili non denunceremo i genitori”. Il sindaco: la sentenza della Corte non ci fa cambiare idea

di Diego Longhin

«Rispetto la sentenza della Cassazione, anche se si può non essere d´accordo, ma sulle scuole materne andiamo avanti: i bambini di chi è senza permesso di soggiorno potranno iscriversi e i funzionari non sono tenuti a denunciare la famiglia». Il sindaco Sergio Chiamparino non ha tentennamenti dopo che ieri la Suprema Corte ha deciso che i genitori clandestini, anche se i bambini sono iscritti a scuola, possono essere espulsi dal Paese. Pronunciamento criticato da don Ciotti : «Ogni bambino ha il diritto di avere a fianco i propri genitori nel suo percorso di crescita, che sia italiano o figlio di migranti».

La scelta di Torino è motivata con due lettere inviate al prefetto, Paolo Padoin, e poi girate al ministero guidato da Roberto Maroni, dove si considerano le materne al pari delle scuole dell´obbligo. Missive senza risposta. Ma il centrodestra, dopo la sentenza romana, attacca Palazzo Civico. Non solo con la Lega. «Il Comune rispetti la legalità oltre ai diritti dei minori – taglia corto il coordinatore regionale Pdl Enzo Ghigo – non può non tenere conto della sentenza. Solo con il rispetto delle regole è possibile contrastare disparità e disagio». Il Carroccio rincara la dose: «Se l´amministrazione considera la materna come scuola dell´obbligo, garantendo l´accesso ai figli dei clandestini – sottolinea Mario Carossa, capogruppo in Sala Rossa – allora garantisca il posto ai cittadini torinesi in base alle richieste e annulli le liste d´attesa». Gli fa eco la deputata Elena Maccanti: «È un tema delicato lanciato dalla sinistra in modo provocatorio, ma siccome mancano i posti per gli italiani e gli immigrati regolari perché pensare ai figli dei clandestini?».

Ribatte il coordinatore della segreteria Pd, Stefano Lo Russo: «La scelta di Torino è di civiltà e non ha nulla a che vedere con la sentenza della Cassazione. È sconcertante che il centrodestra mischi le carte per scopi elettorali, che si faccia passare per contrasto alla clandestinità l´esclusione di bimbi da tre a cinque anni dalle materne, infischiandosene dei diritti dei più piccoli».

Il sindaco considera le posizioni di Lega e Pdl «come pura propaganda»: «Noi le sentenze le rispettiamo – sottolinea – abbiamo solo esteso quello che è già previsto per la scuola dell´obbligo alle materne per evitare discriminazioni. Prendiamo due fratelli, uno di sei anni e uno di cinque, figli di irregolari: mi sembra ridicolo che il primo possa andare alle elementari e l´altro non possa andare alle materne, trattato come un socialmente pericoloso. E che dire di tutti gli irregolari in attesa del permesso?». A Torino ben 8 mila pratiche ferme in prefettura, una parte dal 2007. E l´assessore all´Istruzione, Beppe Borgogno, applaudito all´apertura del convegno sui diritti dei bambini aggiunge: «La Cassazione complica le cose, ma è un pronunciamento per i genitori. Noi ci occupiamo dei bimbi: sono loro i deboli e hanno diritto a ricevere l´educazione».

http://torino.repubblica.it/dettaglio/Figli-dei-clandestini-alle-materneIl-sindaco:-Andiamo-avanti/1886504

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