Cineasti, critici cinematografici, giornalisti insieme ai Nobel per la pace Adolfo Perez Esquivel e Shirin Ebadi. Per liberare Panahi.
Dal meeting oggi alla Fondazione Basso parte un nuovo appello internazionale per liberare il noto regista iraniano arrestato nei giorni scorsi e da allora detenuto nel carcere di Evin a Teheran.
Alla mobilitazione erano presenti oggi Marco Bellocchio, Amedeo Fago, Giiuseppe Gaudino, Ugo Gregoretti, Giuliano Montaldo, Bruno Torri.
Panahi è stato arrestato il primo marzo insieme a moglie e figlia, e ad altre 15 persone, a casa sua. E’ accusato di aver fatto riprese illegali per le strade di Teheran invase dalla protesta contro il regime dei mullah. Panahi era già stato arrestato dopo i funerali di Neda e non era potuto andare all’ultimo Festival di Berlino perché gli avevano ritirato il passaporto.
Con lui sono stati portati nella cella 209 di Evin anche altri cineasti come Mohammad Rasoulof, Manhaz Mohammadi, Sokhareh Ghaem-Maghami e il cineoperatore Ebrahim Ghafari. Alcune di queste persone sono state poi rilasciate ma restano sotto accusa con pesanti incrominazioni. Anche la moglie e la giovane figlia di Panahi sono tornate a casa, in condizioni molto provate.
Intorno al nome di Panahi è stata organizzata su Facebook una petizione, rivolta al presidente Napoolitano e al mi istro degli esteri Frattini; in due giorni “Protestiamo per l’arresto di Jafar Panahi” ha racccolto 8 mila adesioni . Anche in Francia si sono mobilitati i cineasti del Fera (la federazione registi) ed è nato un appello degli autori francesi.
Ora tra poche ore sarà anche su Facebook il nuovo appello internazionale, in italianmo e in inglese, intitolatoo “Break The Circle”, “Spezziamo Il Cerchio”, sottotitolo “Per la libderazione di Jafar Panahi e di coloro che sono stati arrestati dal regime iraniano dopo le elezioni di giugno”. Il Cerchio è il film che nel duemila ha reso famoso Panahi, narra della detenzione di otto donne nell’Iran di oggi.
Promosso da Fabio Alberti, fondatotre di “Un ponte per”, e dal Nobel Adolfo Perez Esquivel l’appello chiede ttra l’altro che “sia restituita la libertà di protestare, di filmare, di scrivere, di opporsi e di agire appertamente in modo nonviolento per il cambiamento politico a tutti i nostri concittadinie concittadine iraniani, a parttire da Jafar Panahi”.
Il Nobel Esquivewl, in collegamento telefonico da Buenos Aires, ha chiesto “rispetto della vita e la liberazione dei prigioinieri”. Shirin Ebadi, al telefono, ha ricordato che “due giorni fa è stasto riutirato il passaporto a una poetessa…Questo è il clima quotidiano, in un paese che arresta un cineasata per un film che non è ancora fatto”. Uno studente iraniano ha chiesto concrete iniziative di cineasti e intellettuali, anche con delegazioni in Iran. Bruno Torrri, presidente del sindacato critici di cinema, ha proposto di organizzare proiezioni con i film di Panahi. Serafino Murri ha spiegato l’appello nato su Facebook. Ugo Gregoretti a nome dell’Anac ha promesso una mobilitazione di firme per l’appello. E’ stata letta infine anche una lettera inviata da Shirin Neshat, in Italia coil suo film “Donne senza uomini”.
“Cari amici – ha scritto Neshgat -, ieri sera quando sono arrivata nella mia stanza ho trovato una devastante mail di Panah,il figlio di Jafar Panahi,che un amico mi aveva inoltrato.E ora sono molto piú preoccupata di prima per la situazione di Jafar. Panah spiega quanto sua sorella e sua madre stiano male sia fisicamente che moralmente dalla sera degli arresti e della sparizione di suo padre.Non hanno sue notizie. Jafar non ha potuto fare nemmeno una telefonata alla sua famiglia,a diferenza di altri prigionieri come Mohammad Rassoulof.Panah dice anche che amici e altre persone del mondo dell’arte hanno smesso di parlare per paura di compromettere la loro situazione. Anche lo stesso Panah non parla con la stampa perché questo potrebbe complicare ulteriormente il caso di suo padre.Mi metto nei panni di questo ragazzo e mi chiedo…cosa farei al suo posto?Come potrei aiutare mio padre?
Cari amici,dobbiamo aiutare questa famiglia,dobbiamo salvare Jafar e fare in modo che il mondo non dimentichi la gravitá di questo caso.I media dopo i primi giorni dimenticano e passano oltre.Per favore aiutateci a fare pressione sul governo iraniano perché siano liberati Jafar Panahi,Mohammad Rassoulof e tutti gli altri prigionieri innocenti. Shirin Neshat”.
L’appello: