Il Lazio va oltre la Gelmini? Il tetto del 30% per gli alunni stranieri in classe comprenderebbe, secondo quanto attribuito al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Maria Maddalen a Novelli, anche i bimbi nati in Italia e che parlano l’italiano. Una posizione che andrebbe oltre il ministro Gelmini, che include nel 30% solo gli alunni non nati in Italia e non «italofoni». A riferirlo è stato Giammarco Palmieri, presidente del VI Municipio di Roma, uno dei più multietnici della capitale. Ma la Novelli risponbde che non ha capito niente. Vediamo.
“In una riunione svoltasi alcuni giorni fa con i dirigenti scolastici del territorio e il direttore dell’Ufficio scolastico regionale – ha riferito Palmieri – quest’ultimo ha detto ai dirigenti scolastici che non saranno concesse deroghe riguardo eventuali sforamenti del tetto del 30% e che saranno inclusi in questa percentuale anche gli alunni stranieri nati in Italia e gli italofoni”.
Maria Maddalena Novelli, direttore scolastico del Lazio, replica òpiuttosto piccata: “Ho detto assolutamente il contrario e mi meraviglia quanto riferito dal presidente del municipio che non era presente. Ho sostenuto infatti che in caso di presenza di molti nati in Italia occorra andare oltre il tetto del 30%. Ho anche però precisato che in ottemperanza ad alcune raccomandazioni delle Nazioni Unite non va superato però il 50%. Altrimenti si creano classi ghetto”.
La realtà del VI Municipio è nota: lì ci sono scuole come la Pisacane dove in alcune classi si tocca il 90% di bambini di genitori stranieri. L’obiettivo, forse, è trovare un punto di equilibrio più efficace per l’integrazione dei piccoli alunni, tenendo a bada razzismi e intolleranze varie.