Malalai Joya presenta lunedì a Roma il suo libro “Finché avrò voce. La mia lotta contro i signori della guerra e l’oppressione delle donne afgane” (Piemme) presso la libreria Feltrinelli di Piazza Colonna, alle ore 18.30. Intervengono Tiziana Ferrario e Vauro Senesi.
Eletta come membro del parlamento afgano dalla provincia di Farah, Malalai Joya aveva solo 25 anni quando nel 2003 denunciò pubblicamente la presenza in parlamento di persone da lei definite “signori e criminali di guerra”. Lo fece nella Loya Jirga, il gran consiglio tradizionale composto da quasi tutti uomini, e i presenti furibondi le strapparono di mano il microfono e tentarono di linciarla al grido “prostituta”. Fu salvata dagli osservatori dell’Onu presenti. Il New York Times scrisse: “Una giovane afgana osa denunciare l’indenunciabile”. Da quel giorno la sua vita è in pericolo, ma Malalai Joya – da tempo ormai sotto scorta – non ha arretrato di un millimetro.
Nel maggio 2007, Joya è stata sospesa dal suo ruolo di membro del parlamento sulla base di insulti ad un suo collega durante una trasmissione televisiva. La sua sospensione, a cui ha fatto appello successivamente, ha generato forti proteste a livello internazionale, tra le quali una dichiarazione firmata da scrittori e intellettuali cpme Naomi Klein e Noam Chomsky, e parlamenmtari di Canada, Germania, Regno Unito, Spagna e Italia.[