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Detenuto s’impicca a Rebibbia. Il Garante: aveva una storia psichiatrica, non doveva stare lì


DETENUTO 47enne SUICIDA A REBIBBIA:
IL GARANTE DEI DETENUTI DEL LAZIO ANGIOLO MARRONI:
«QUEST’UOMO NON DOVEVA STARE IN CARCERE. AVEVA TENTATO
PIU’ VOLTE IL SUICIDIO E NON ERA DIFFICILE PREVEDERE CHE
SAREBBE FINITA COSI’».

Era arrivato a Rebibbia la scorsa primavera e, subito dopo,
aveva tentato di togliersi la vita: per questo Roberto
Giuliani, il 47enne che si è tolto la vita ieri nel
carcere romano, dallo scorso settembre era sottoposto a
regime di grande sorveglianza.

«Ma tale misura – ha detto il Garante dei detenuti del
Lazio Angiolo Marroni – non è servita ad evitare la
tragedia. A Rebibbia Nuovo Complesso ieri erano presenti
1685 detenuti, la presenza più alta di sempre. E’
evidente che il sovraffollamento e la carenza di risorse
umane e finanziarie crea una situazione di perenne emergenza
in carcere, all’interno della quale ogni misura
precazionale assunta ha una efficacia relativa».

Giuliani era stato condannato nel 2002 per concorso in
duplice omicidio dal 2002 e sarebbe uscito dal carcere nel
2028.

Giudicato paziente psichiatrico a rischio, era stato nelle
carceri di Frosinone e Spoleto e poi negli Ospedali
Psichiatrici giudiziari di Montelupo, Aversa e Barcellona
Pozzo di Gotto, prima di approdare, la scorsa primavera, a
Rebibbia Nuovo Complesso, sezione G 11, dove a vissuto in
questi mesi insieme a 450 altri detenuti affetti da
patologie cliniche di varia natura.

«La storia clinica di quest’uomo – ha concluso Marroni –
indicava chiaramente che era incompatibile con una
reclusione di tipo tradizionale, e non è un caso che fosse
sottoposto a regime di grande sorveglianza. Ma in una
situazione fuori controllo come quella che si sta vivendo
nelle carceri, è drammaticamente evidente che molte
situazioni al limite possano finire in questo modo».

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