Una sera del 1977, al ristorante che chiamavamo del “commissariato” a Roma in via San Francesco a Ripa (per la vicinanza col posto di polizia), ho cenato con Franco Basaglia che era arrivato in compagnia di Hans Magnus Enzenberger. Ci ho pensato stasera vedendo in tv un pezzo di “C’era una volta la città dei matti”, un bel film di Marco Turco su Bassaglia appunto. Mi disse quella sera, non era ancora passata la legge 180 che fu approvata nel 1978: bisogna chiuderli questi manicomi, non mi arrenderò finché ciò non avverrà. Enzensberger, col suio profilo aquilino, annuiva. Ma nessuno in quel momento si sarebbe immaginato quanto veleno sarebbe stato poi sparso contro il povero Basaglia negli anni successivi alla sua legge, la 180. Nel film l’ho visto che si accalorava, nella realtà si esprimeva con grande tranquillità. Un uomo quaso sornione, ma molto deciso. Bravo, bravissimo Basaglia.