Sulle accuse mossee da Il fatto quoitidiano a Renata Polverini (di cui abbiasmo dato già notizias, vedi nel blog) la candadidata del Pdl ha dato una risposta piccola piccolase poi, come al solito, ha annunciato querele. Da cronachelaiche segnaliamo questo commento:
Il 27 gennaio, ossia il giorno dopo la denuncia del ‘il Fatto’, la Polverini scrive una lettera al quotidiano in cui ammette la notizia e parla di un ‘disguido’:
“Il tema su cui è costruito l’intero pezzo riguarda una presunta irregolarità fiscale che – in ogni caso- non avrebbe alcuna rilevanza penale. L’episodio in questione risale a circa otto anni fa, e avvenne in una fase di avvicendamento dei consulenti che seguivano la mia attività; suppongo sia questa la causa del disguido”.
Deduciamo che Polverini all’epoca non sapeva che dichiarare il falso in atto pubblico è reato e ora scarica la colpa su un ‘avvicendamento di consulenti’. Ma, nonostante l’ammissione dei fatti, annuncia di aver dato mandato ai suoi legali per procedere contro il giornale diretto da Padellaro.
E il giochetto della donazione del primo appartamento (che poi la madre, sempre stando a quanto dice ‘il Fatto‘, le avrebbe restituito dopo cinque anni)? E l’acquisto, a prezzi da regalo, di un immobile di lusso dello Ior in una delle zone più esclusive della capitale? E, infine, i suoi presunti rapporti con la controversa Banca vaticana? Silenzio.
Gli elettori della Polverini si dovranno accontentare di sapere che tutta la vicenda è solo un disdicevole e imbarazzante ‘disguido’. D’altronde il popolo ‘delle libertà’, a simili ‘disguidi’, è ormai avvezzo.