Mezzanotte e venticinque, dice il dischetto delle telecamere che è stato appena consegnato alla Digos di Roma. E’ l’ora in cui viene messo a punto l’attentato di via Tasso. Con tanto di ascia in mano. Siamo in grado di fornirvi una ricostruzione esatta del blitz antisemita, come documentato dalle immagini visionate anche dai responsabili del Museo colpito., Da via Fontana, provenendo dunque dall’area di San Giovanni, arrivano in quattro. Sono giovani, all’apparenza, sui 20-25 anni. Hanno la testa travisata da un passamontagna, indossano maglioni scuri, jeans. E’ tutto studiato, come si intuisce dai movimenti. Il primo si ferma all’angolo con via Berni e fa la prima scritta. Un secondo avanza e procede a vergare la scritta contro l’olocausto in via Tasso. Il terzo un po’ prima del civico 145, dove ha sede il Museo, si ferma e con un’altra bomboletta disegna una svastica. Il quarto è armato di un’ascia, arriva all’altezza dell’ingresso del Museo e con una bomboletta disegna a sua volta una croce celtica. Poi assesta alcuni colpi d’ascia sull’insegna. Intanto il terzo lo supera e si dirige sul civico 147, poco oltre, dove ha sede evidentemente un altro obiettivo collaterale, la sede di un’associazione dio assistenza agli extracomunitari. E lì spruzza altra vernice. Poi i quattro fanno dietrofront e tornano a piedi sui propri passi dirigendosi di nuovo verso via Fontana. E’ evidente che se le telecamere gestite da Dap fossero state attrezzate, come possono esserlo ed è stato invano chiesto,. Del sistema di trasmissione in tempo reale alle postazioni più vicine do polizia tutto ciò sarebbe stato molto più difficile.
Paolo Brogi