Diciannovesima marcia della pace Perugia-Assisi: a 50 anni dall’esordio voluto da Aldo Capitini una grande marcia piena di giovani e di persone venute da tutta Italia, da quel paese che è abbastanza stufo di tutto. Giovani tanti e poi 50-60enni, mancava oggi forse la generazione di mezzo quella berlusconizzata. Nel corteo simboli e disegni fai-da-te, tante Mafalda fotocopiate per dire “basta” ecc, la frase di Arrigoni “Restiamo umani”, una barca per ricordare i 1500 morti del Mediterraneo negli ultimi mesi, un trattore per i sette fratelli Cervi, i parenti del povero Azzarà sequestrato in Sudan, la Camuso, Ferrero, Vendola, Bonelli, Rosy Bindi, centinaia di fasce tricolori per sindaci o assessori in rappresentanza di comuni di ogni regione, il portavoce dei francescani che accoglie tutti dicendo “Dio sia con voi”, la scritta pax davanti a San Francesco.
Meno bene poi il palco sulla Rocca, si parla di tante cose anche della Palestina, tutto il problema diventa lo stato di Israele (e Hamas? E i kamikaze? E il terrorismo antisemita?). Pazienza, la “tavola della pace” stavolta si mostra un po’ piccina di fronte a questa marea di gente che andrebbe trattata un po’ meglio e con maggiore intelligenza.
Un plauso al sindaco di Assisi: davanti al deflusso di migliaia di persone stanche dopo tutti quei km di marcia ha offerto navette ogni 50 minuti stracolme e a volte imprendibili. Meglio allora tornarsene a piedi. Grazie, sindaco, forse non sapevi che quest’anno ricorrevano i 50 anni della marcia della pace.