Da Ansaldo Breda un treno ad alta velocità per la Libia. Fonti industriali rivelano che la società napoletana del gruppo Finmeccanica ha inviato nei giorni scorsi a Tripoli un esemplare del convoglio Ic4 per farlo visionare ai tecnici di Muammar Gheddafi. Il colonnello avrebbe infatti l’intenzione di realizzare una tratta ferroviaria superveloce non soltanto tra la capitale e Bengasi, ma per collegare l’intera zona costiera del Paese magrebino, da affiancare a una lunga autostrada che andrebbe dall’Algeria fino all’Egitto, sognando le Repubbliche arabe unite. In pole position per la più realistica fornitura di materiale rotabile in Libia ci sarebbe proprio l’azienda di via Argine.
La consegna del treno è avvenuta in vista della prima “Giornata dell’amicizia tra il popolo italiano e il popolo libico”, che domenica prossima Gheddafi celebrerà a Tripoli. L’evento è stato istituito dal colonnello dopo la firma a Bengasi del trattato di amicizia lo scorso 30 agosto con Silvio Berlusconi. Alla manifestazione,come noto, parteciperà anche il nostro presidente del Consiglio. Ad accompagnare Berlusconi ci dovrebbero essere le frecce tricolori. Nove aerei acrobatici MB339 made in Finmeccanica tramite Alenia Aermacchi si esibiranno nei cieli di Tripoli due giorni dopo, il 1° settembre, in occasione della grande parata militare che il regime libico ha organizzato per celebrare il quarantesimo anniversario del colpo di Stato con cui Gheddafi ha preso il potere nel 1969.
L’Ic4, che sta per Intercity a quattro elementi, è un convoglio ad alimentazione diesel composto da quattro elementi e in grado di viaggiare fino a 200 chilometri all’ora. Il treno è stato progettato per le ferrovie danesi, che li utilizzeranno per il servizio tra le città principali. Il progetto ha privilegiato la riduzione dei tempi di percorrenza, l’ottenimento di alti livelli di comfort, un elevato grado di affidabilità, bassi costi di esercizio e manutenzione e un basso impatto ambientale. Grazie alla struttura in alluminio delle casse le prestazioni generali sono incrementate.
Il design, studiato in collaborazione con Pininfarina, offre ai passeggeri un ambiente gradevole e di elevato comfort. Le dotazioni del treno comprendono, tra l’altro, aria condizionata, impianti per le informazioni audio-video al pubblico e display per i posti prenotati, oltre a sedili reclinabili dotati di impianto per la diffusione sonora.
E’ difficile però che un eventuale ordinativo da parte libica possa prendere la forma di una vera e propria commessa tradizionale. Infatti Gheddafi, pur in possesso di un’ingente disponibilità finanziaria derivante dagli introiti della vendita del petrolio, parla sempre di risarcimenti dovuti dagli italiani e dagli inglesi a causa dell’invasione della Libia durante il periodo coloniale. A mettere i soldi sul tavolo sarebbe quindi direttamente il governo di Roma. Secondo indiscrezioni di stampa, infatti, l’amicizia tra l’Italia e la Libia si misura in miliardi di dollari: 5 miliardi li investirà il nostro Paese proprio per costruire strade e ferrovie in Libia. In cambio, l’Italia spera in un maggior coinvolgimento dei nordafricani nelle imprese italiane, sempre più a caccia di preziosa liquidità in epoca di crisi finanziaria. Finora i capitali dei libici a Piazza Affari sono arrivati con il contagocce. Si calcola che i pacchetti azionari che il fondo sovrano di Tripoli detiene in Unicredit, Eni e Juventus valgono appena 3 miliardi di dollari. La quota più consistente è infatti il 5 per cento nel gruppo bancario di piazza Cordusio.
Intanto il primo appalto in terra libica è stato ottenuto da Ansaldo Sts (gruppo Finmeccanica) con una commessa da 541 milioni di euro per il segnalamento ferroviario. Ora si spera quindi nella fornitura di treni da parte di Ansaldo Breda. Impregilo, nel frattempo, guarda alle autostrade, mentre Eni a giugno ha allungato i diritti di sfruttamento dei pozzi petroliferi. |