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Immigrati, sanatoria truffa. La storia di una circolare e delle regole cambiate un po’ alla volta

Perché gli immigrati parlano di sanatoria truffa e chiedono la revoca della circolare Manganelli? Storia di un aggiustamento in corso d’opera che ha assunto i connotati di un voltafaccia e di un prelievo forzoso di soldi. Lo Stato infatti ha incassato per questa sanatoria delle badanti ecc  147 milioni di euro. Salvo poi cambiare le regole una volta pagato…Dal Manifesto il punto su questa storia.

SCHEDA • Una circolare limitò la sanatoria
La truffa del Viminale che ha innescato la protesta
il manifesto, 09-11-2010
Si sentono vittime di una truffa e di fatto è proprio di questo che si tratta. Dietro la protesta di questi giorni degli immigrati  a Brescia e Milano c’è il dietrofront fatto improvvisamente dal Viminale che a marzo scorso, quando i termini della sanatoria erano già chiusi da un bel pezzo ed erano state presentate più di 300 mila domande da parte di altrettanti cittadini stranieri, senza alcun motivo ha cambiato le condizioni per la regolarizzazione.
Una misura presa con una circolare del capo della polizia Antonio Manganelli, che ha tagliato fuori da ogni possibilità di regolarizzazione un buon numero di  immigrati. Ma di che si tratta esattamente? Nel 2009 il governo decide di varare una sanatoria per gli stranieri che lavorano come colf o badanti. Già questa scelta, discriminante rispetto a tutti gli altri immigrati impiegati in altri lavori, non mancò di sollevare numerose polemiche. Unica condizione per poter accedere alla sanatoria era quella di non aver subito condanne per reati di pericolosità sociale. Nessun problema, invece, per coloro che avevano ricevuto un provvedimento di espulsione. Al punto che il 29 settembre del 2009 sullo stesso sito del Viminale si poteva leggere la rassicurazione data a un datore di lavoro: «Si può fare la richiesta per un lavoratore che ha avuto un decreto di espulsione però non lo ha rispettato ed è rimasto in Italia anche se successivamente è stato trovato di nuovo dalle forze dell’ordine e condannato». Un via libera che rassicurò molti immigrati,  che presentarono la domanda di regolarizzazione pagando, loro o i datori di lavoro, la bellezza di 500 euro a testa. In tutto i soldi incassati dallo Stato grazie alla sanatoria ammontano a 147 milioni di euro. In un mese, dal 1 al 30 settembre del 2009, sono state presentate quasi 300 mila domande (294.742).
A marzo di quest’anno, invece, il Viminale ci ripensa e detta nuove regole. Naturalmente dopo aver incassato i soldi pagati dagli immigrati. Una circolare del capo della polizia spiega infatti che non può fare domanda per il permesso di soggiorno chiunque non ab-bia rispettato il secondo ordine di espulsione emesso dal questore, reato punibile con la reclusione da uno a quattro anni. Una misura che di punto in bianco priva della possibilità di avere un permesso di soggiorno migliaia di persone che avevano fatto di tutto pur di regolarizzare la propria presenza in Italia. Contro la circolare Manganelli si schierano Cgil, Cisl, Uil e Acli che al capo della polizia chiedono di rivedere le nuove disposizioni. «L’interpretazione della norma data è di carattere particolarmente restrittivo – spiegano – anche perché mette sullo stesso piano stranieri colpevoli esclusivamente di essere illegalmente presenti nel nostro paese e stranieri colpevoli di reati per motivi di ordine e sicurezza dello Stato o per reati quali furto, rapina, violenza sessuale, riduzione in schiavitù o altri di grave entità». Niente da fare. Deciso a non fare alcun passo indietro, il ministero degli interni ha mantenuto il giro di vite. Guardandosi bene, però, dal restituire i soldi già presi. Un truffa, per l’appunto, che ha provocato le proteste di questi giorni.

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